img_eco_tiroide
L’ecografia è la metodica di primo livello più diffusa per studiare la morfologia e l’estensione della ghiandola tiroide.
L’ecografia si basa sull’uso di un macchinario che trasmette ultrasuoni (onde meccaniche) attraverso una sonda alla regione anteriore del collo per definirne la struttura e la morfologia degli organi. Non si utilizzano radiazioni. Pertanto chiunque può sottoporsi ad ecografia (adulti, bambini, donne in gravidanza).
Per l’ecografia tiroidea/paratiroidea, il paziente viene posto in posizione supina, a capo iperesteso. Non è necessaria alcuna preparazione. L’indagine dura circa 10-20 minuti. E’un esame non invasivo e indolore.
L’ecografia tiroidea è necessaria per valutare le dimensioni della tiroide (normale, aumentata, ridotto), la struttura (omogenea o disomogenea), la presenza di noduli, in particolare quelli non riscontrabili alla palpazione. L’immagine è fornita su un monitor in scala di grigi.
Pertanto è l’esame base per l’inquadramento diagnostico nelle malattie quali gozzo (diffuso o nodulare) e tiroiditi (tiroidite di Hashimoto, morbo di Basedow, tiroidite subacuta).
Nel caso in cui sia presente un nodulo tiroideo, l’ecografia è la indagine strumentale di primo livello per l’inquadramento e il follow up dei noduli. Grazie all’ecografia è possibile valutare la sede dei noduli, le dimensioni con eventuali modifiche di volume nel tempo (accrescimento o riduzioni), la struttura del nodulo (solido o liquido), le caratteristiche ecografiche (ecogenicità, margini, presenza di alone di sicurezza, calcificazioni), i rapporti con gli organi vicini (in particolare trachea e vasi del collo).
Eseguendo l’ecografia tiroidea, l’operatore valuta anche lo stato dei linfonodi (con quadro infiammatorio o con caratteristiche di sospetto) o la presenza di paratiroidi ingrandite.
La tecnica del colordoppler è una metodica aggiuntiva (basata sull’effetto doppler) che serve per valutare la vascolarizzazione della ghiandola in toto (necessaria nella diagnostica delle tiroiditi) o dei noduli (vascolarizzazione assente, perilesionale o intralesionale). L’immagine è prodotta su un monitor con colori che variano dal rosso al blu.
Sulla base di queste caratteristiche, l’endocrinologo , dopo aver visitato il paziente ed aver visionato gli esami di laboratorio definisce il successivo iter diagnostico per la caratterizzazione dei noduli.
Solitamente nei noduli con caratteristiche ecografiche di sospetto l’endocrinologo suggerisce di eseguire l’agoaspirato. Il monitoraggio nel tempo dei noduli tiroidei benigni è anche utile per capire l’efficacia della eventuale terapia tiroxinica

ECOGRAFIA DEL COLLO

Si esegue nel follow up dei pazienti con storia di carcinoma della tiroide operato.
Viene valutata la presenza di residui/recidive nella loggia tiroidea.
Si valuta inoltre lo stato linfonodale, per identificare eventuali linfonodi con caratteristiche sospette da sottoporre ad agoaspirato e/o ulteriori approfondimenti diagnostici.